Perchè il 29 aprile è la "Giornata Internazionale della Danza"
- massiddaluca
- 29 apr
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Oggi, 29 aprile si celebra la "Giornata Internazionale della Danza", istituita nel 1982 dal CID (Comitato Internazionale della Danza), per celebrare il genetliaco di Jean-George Noverre: “l’inventore del balletto moderno”

Con questo piccolo articolo cerco di rispondere a qualche domanda sulla sua persona come: perché Noverre è una persona così importante nella storia della danza e del balletto? Che ha fatto per essere ricordato e celebrato come una mente rivoluzionaria? Che eredità ha lasciato? Prima di parlare di Jean-George (d’ora in poi abbreviato J-G per comodità) piccolo contesto storico e culturale. Nel Settecento la danza era un'arte che faceva parte dell'etichetta che tutta la "buona società" doveva possedere per interagire coi sovrani delle svariate corti europee. Eredità educativa derivante già dal periodo rinascimentale, ma valorizzata dalla figura del Re Sole (Luigi XIV) che crea l'Académie Royale de Danse nel 1661 (fusasi poi con l'Académie Royale de la Musique, chiamata poi successivamente Opéra de Paris), la prima vera scuola per danzatori e danzatrici professionisti.
La danza, così come l'arte della spada (la scherma, a cui la danza è debitrice) e l'arte della musica erano pane quotidiano nell'educazione delle giovani generazioni nobili di quel periodo. La danza teatrale però era un mero esercizio di tecnica e di virtuosismi, senza anima, non si pensava che il movimento potesse veicolare emozioni, messaggi o, addirittura, raccontare delle storie.
Aggiungiamo poi che non erano ancora presenti gli elementi che ora troviamo identificativi della danza classica: il tutù e le scarpette da punta. I costumi erano pesanti e limitavano moltissimo le possibilità di movimento, le scarpe avevano il tacchetto e non erano morbide come quelle che vestiamo noi attualmente, si usavano parrucconi, era uso truccarsi pesantemente oppure si usavano maschere, ed erano presenti tutta una serie di limitazioni tecnologiche, come la mancanza delle luci elettriche per la messa in scena.
La danza teatrale era ad un punto di stallo, con la danza era svuotata di tutto il suo valore drammatico e comunicativo.
J-G si inserisce in questo contesto.
Il mondo culturale era già in subbuglio per l’enunciazione di nuove teorie sull'espressione teatrale; a Noverre questa visione “vuota” della danza sta stretta, vuole ridare dignità alla danza teatrale e vuole nuovamente riempirla di espressività e non solo di tecnica; è quindi uno dei primi a teorizzare e a mettere in pratica una nuova visione di danza teatrale: il "balletto" come "spettacolo totale".
Il balletto deve possedere e offrire una narrazione logica fondata, come per le rappresentazioni teatrali, seguendo lo schema dei tre momenti chiave:
esposizione
sviluppo
epilogo
Le danze facenti parte del balletto devono essere "in azione" possedendo una chiara continuità narrativa rispetto alla storia rappresentata, continuità data anche dalle scenografie e dai costumi. J-C vuole alleggerire i pesantissimi vestiti di scena (e grazie al suo collaboratore Louis-René Boquet ci riesce), a cui da un significato simbolico chiaramente leggibile dal pubblico. Inizia a voler coinvolgere lo spettatore con una pantomima espressiva per aiutarlo a comprendere la storia e a seguirla. J-G cura molto anche l'aspetto emotivo del personaggio, arrivando proprio ad esprimere gli stati emotivi tramite il movimento del danzatore (o della danzatrice). Manca ancora un tassello per comprendere l'importanza di Noverre: è lui il teorico del "ballet en action" da cui si è poi sviluppato il "balletto moderno".

"Moderno" in questo caso non è un aggettivo da associare alle tecniche di Modern Dance, alla danza Jazz o al Musical, bensì è da intendersi come successivo al "classico" seicentesco e dell'inizio del Settecento.
Quindi cosa è il "ballet d'action"? È un nuovo modo di pensare al balletto: uno strumento narrativo al pari dell'opera o della prosa.
Possiamo identificare alcune caratteristiche principali per comprendere meglio cosa sia il "ballet en action":
Narrazione: ogni balletto racconta una storia, con personaggi e trame ben definiti.
Espressione: i danzatori esprimono emozioni e stati d'animo attraverso il movimento, rendendo la performance più coinvolgente per il pubblico.
Coerenza Visiva: l'uso di costumi, scenografie e luci è pensato per supportare la narrazione e creare un'atmosfera coerente.
Movimento Naturale: i movimenti sono progettati per essere più espressivi e meno rigidi rispetto al balletto classico, riflettendo le emozioni e le azioni dei personaggi.
Interazione: i danzatori interagiscono tra loro in modi che evidenziano le dinamiche relazionali tra i personaggi.
Il "ballet en action" ha avuto un impatto duraturo sulla danza, ponendo le basi per il balletto "moderno" (come "La Fille mal gardeé" del 1789 di Dauberval) e influenzando successivi sviluppi nel campo della coreografia e della performance.
Ecco perché è importante Jean-George Noverre, ed ecco perché si è identificata la Giornata Internazionale della Danza proprio nel giorno del suo compleanno. Ha gettato le basi per tutta l'evoluzione tecnico, espressiva, drammatica che la danza accademica ha subito nell’Ottocento. Ha voluto guardare la danza da un altro punto di vista, le ha voluto rendere dignità, l’ha voluta riempire di significato e ha lasciato ai posteri un terreno fertile per lo sviluppo di questa meravigliosa arte.
Beh, buon compleanno J-G, siamo a 298 candeline! Mi sa che a 'sto giro le orecchie non le tiriamo se no finiamo l'anno prossimo...
Ps: in questo articolo mi sono concentrato sulle innovazioni portate da Noverre. Non ho scritto la sua biografia e, per semplificare un la narrazione, non ho scritto neanche la storia della diatriba sulla paternità del “Ballet d’action” che ha avuto con Gasparo Angiolini, altro grandissimo teorico della danza, che ha lavorato nella medesima direzione per promuovere una visione similare della danza.
Gli studiosi ci ha restituito Noverre come vincitore della diatriba.









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