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La danza classica è la base.

  • Immagine del redattore: massiddaluca
    massiddaluca
  • 27 ago
  • Tempo di lettura: 4 min

La danza classica è la base”. Se sei un ballerino classico allora sai fare tutto”. Quante volte ho sentito queste frasi. Quante volte le ho sentite sia da addettǝ ai lavori che da persone con cui mi confrontavo. Quante volte ho risposto un secco e diretto “No, hai torto”. Quante volte lo sa solo Tersicore. Sono un po' stufo di questa concezione “ballettocentrica”. Questa frase fatta si può aggiungere tranquillamente a quelle utilizzate dal Trio Marchesini Solenghi Lopez in un loro famoso sketch (“Non esiste più la mezza stagione”) o alla sempreverde: “il nuoto è lo sport più completo”. Specifico che amo le tecniche accademiche, ho dedicato gli ultimi 20 anni allo studio e all'insegnamento della danza, sono un fan sfegatato del balletto in tutte le sue forme (classico, moderno e contemporaneo); ma ho una integrità morale che mi porta a prendere questa posizione netta. Queste frasi sono solitamente dette da persone poco informate, che ripetono a pappagallo il sentire comune senza avere una vera conoscenza della materia, e in caso la abbiano semplificano eccessivamente un discorso complesso. Il ballo e le danze sono insite in tutte le culture del mondo, non è presente alcuna etnia che non abbia il proprio ballo o danza identificativa. Prima delle codifiche fatte dai grandi maestri-pedagoghi della danza classico-accademica (Jean-George Noverre, Carlo Blasis, Enrico Cecchetti, Agrippina Vaganova e per citarne alcuni nomi) c’erano le danze di corte, prima ancora a queste c’erano, e ci sono ancora ai giorni nostri, le danze popolari e le danze sociali. Tutt’ora, nel 2025, ci sono nuovi balli e nuove danze che nascono che sono specifiche del proprio tempo e del proprio contesto culturale e geografico, con la propria musica associata. Prendo ad esempio “i balli sardi”, tipici della mia terra, fatti da gruppi di persone che eseguono piccoli e rapidi giochi di piedi con il tronco praticamente immobile in un abbraccio comunitario. L'origine di tale genere di ballo è incerta, alcuni studiosi pensano derivino dalle danze cerimoniali e propiziatorie di epoca preistorica evolutesi poi con il paganesimo e mantenute in epoca cristiana. Cercare il lirismo di un adagio, di una linea lunga in questo genere di danza è come cercare la sintassi italiana nel tedesco: inutile e controproducente. Un altro esempio lo posso fare con la tecnica Graham, che un secolo fa sovvertiva il paradigma della leggerezza del corpo e lo radicava al pavimento, cambiando l’estetica della danza teatrale. Martha Graham crea la sua tecnica per finalità espressive del suo mondo, risponde alle incertezze del suo periodo (la Prima Guerra Mondiale, Grande Depressione degli anni ‘20, Seconda Guerra Mondiale, i moti per i Diritti Civili) portando il corpo a un perenne disequilibrio controllato, in cui il bilanciamento di forze ed il respiro sono la base del movimento che nasce dal bacino e dalla colonna vertebrale.


Der Glockener von Notre Dame - Frollo (ph. Carola Holting)
Der Glockener von Notre Dame - Frollo (ph. Carola Holting)

Un ulteriore esempio lo faccio con il Valzer, nome che tutti conosciamo. Il valzer è una danza a ritmo ternario originaria dell'Austria e del Sud della Germania, probabilmente derivante dal Ländler, che rivoluzionò i costumi dell'epoca perchè permetteva il contatto ravvicinato tra le coppie, favorendo lo scambio di confidenza ed intimità a causa del contatto tra i due ballerini in un abbraccio, cosa prima impedita e rifiutata Ha portato a un contatto ravvicinato tra le coppie, favorendo lo scambio di confidenze e l'intimità, grazie anche all'ondeggiare sinuoso dei movimenti dei ballerini. Solo successivamente il Valzer è stato portato dentro il mondo della danze accademiche, divenendo una danza codificata al meglio per il risultato teatrale, regalandoci poi delle meravigliose pagine di musica e di danza come il conosciutissimo "Valzer dei Fiori" da "Lo Schiaccianoci".

Ho preso tre esempi perchè, bisogna ammettere, che chi vuole diventare danzatore o danzatrice non è detto che debba seguire una educazione “accademica”. Capita di diventare danzatori o danzatrici professionisti senza seguire un percorso completamente basato sulla danza classico accademica, o dove la danza classica viene accarezzata ed accantonata. La “danza” è fatta di tante tecniche e stili (basti pensare alla Break-Dance, alla Release Technique, al Voguing, alle Danze Standard) che sono più o meno lontane dal mondo del "balletto", ma sempre di danza si parla. Lo studio della tecnica accademica permette la conoscenza di un alfabeto e di una grammatica ben precisa, di strumenti di ascolto musicale, ma non è la base di tutto. Pensare che un danzatore di formazione classica sia migliore e possa approcciarsi facilmente a tecniche contemporanee, alle danze africane, alle danze indiane, alle danze dei popoli del pacifico è pura utopia. C’è chi è fortunato ed eccelle in tutti gli ambiti, ma non per tutti i ballerini sono così versatili.

Lo studio della tecnica classica è uno strumento per imparare ad usare il proprio corpo in un determinato modo. Certo, se lo studio è continuativo e profondo si comprende il proprio funzionamento, si lavora la capacità di controllo e di autocontrollo del proprio corpo, si lavora la ritmica… ma nello stesso tempo può ingabbiare la mente. Da decenni ormai le scuole professionali non insegnano più una sola materia, ma offrono agli studenti e alle studentesse un ventaglio di materie di studio per formare dellǝ professionistǝ il più versatilǝ possibile che possano affrontare il complicato mondo del lavoro col maggior numero di strumenti possibili. Ogni tecnica permette di conoscere meglio il proprio corpo, ci costringe ad indagarci a fondo, ci fa scoprire lati di noi che non sapevamo di avere.

Bisogna “educare” un po’ il pubblico bisogna smettere di pensare che l’estetica “ballettistica” sia applicabile a tutto ciò che può essere messo in scena e sia "l’unico modo giusto” è un pensiero completamente sbagliato. Usciamo dall’ignoranza e accettiamo le diversità e accettiamo di non sapere, studiamo di più per aumentare le nostre conoscenze e competenze. E, per favore, smettiamola di dire che la danza classica è la base. La vera base di tutto è il corpo umano, prima, e danzante, poi.

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