Chi ha paura del "Quadrato Vaganova"?
- massiddaluca
- 10 set
- Tempo di lettura: 3 min
Danzare significa occupare uno spazio col proprio corpo con una determinata energia, intenzione e dinamica.
Una delle prime cose da insegnare a bambinǝ e ragazzǝ è come orientarsi nello spazio per potersi muovere liberamente in esso, c’è uno strumento molto utile che si chiama “Quadrato Vaganova”.Sorgono subito alcune domande: cosa è Vaganova, o per meglio dire, chi era? Perché ha un quadrato tutto suo? Che indicazioni ci dà questo strumento?

Per chi non lo sapesse, Agrippina Jakovlevna Vaganova (1879-1951) è stata una danzatrice, coreografa e pedagoga della danza di nazionalità russa, ideatrice di un metodo di insegnamento che porta appunto il suo nome.Nel suo campo, è stata una rivoluzionaria rispettosa della tradizione: arrivata al grado di “prima ballerina” durante la sua carriera, nel 1917 si ritira dalle scene e inizia ad insegnare presso l’Accademia di San Pietroburgo. Successivamente, scala rapidamente i vertici della scuola del Balletto Imperiale, fino a diventarne Direttrice nel 1934.Nello stesso anno pubblica “I principi fondamentali della danza classica”, che diventerà una pietra miliare nella letteratura della metodologia d’insegnamento e della pedagogia della danza classica.Un ulteriore riconoscimento per il suo enorme lavoro è arrivato nel 1957, sei anni circa dopo la morte, quando l’Accademia del Balletto Russo venne intitolata alla sua figura, divenendo l’Accademia Vaganova che tutti conosciamo.
Vaganova effettua due operazioni principali: “ordina” la didattica e “semplifica” lo spazio scenico rispetto alle tecniche insegnate in precedenza (la Metodologia Cecchetti principalmente).
Vaganova effettua anche altre modifiche, ma per l’argomento del blog concentriamoci sulla semplificazione dello spazio scenico.
La sala ballo o il palcoscenico hanno la medesima valenza e lo spazio si semplifica con la figura del “quadrato” (perché non sempre le sale o i palchi sono costruiti veramente come un quadrato perfetto e regolare) a cui sono stati convenzionalmente assegnati dei numeri ai lati e agli angoli.
Partendo dal lato del pubblico e ruotando in senso orario, si identificano progressivamente gli 8 punti fondamentali dello spazio.
Quindi il lato del pubblico (sostituito solitamente dal lato dello specchio in sala) è il punto 1, che spesso viene chiamato semplicemente “fronte”; l’angolo destro vicino al pubblico (o specchio) è il punto 2, il fondale è il punto 5 e così via.
Sfruttando i principi base della geometria, il quadrato Vaganova identifica anche degli assi di simmetria tra i punti, utili specialmente per le diagonali.
Questa numerazione prende il nome generale di “Punti Vaganova”.

La semplificazione rispetto a Cecchetti è netta: Vaganova va progressiva, mentre il grande Maestro italiano proponeva una numerazione diversa e meno intuitiva. Per Cecchetti, la numerazione partiva dall’angolo anteriore destro, andava in senso antiorario, numerando prima gli angoli e in seguito le pareti.


Il “quadrato Vaganova” è utilissimo: il danzante immagina di essere sempre al centro di un quadrato immaginario, posizionato sotto ai suoi piedi, indipendentemente dalla sua posizione relativa alla sala o al palco.
La numerazione di lati e angoli segue lo stesso principio dei punti della sala; il punto 1 sarà di fronte a noi, la diagonale anteriore destra sarà il punto 2, il nostro dietro sarà il punto 5 e così via.
Ciò permette una semplificazione mentale per lo studente di danza, che può realizzare i passi tecnici, le legazioni, le variazioni orientandosi ovunque nello spazio, sempre rispettando le richieste tecniche.
Questo diventa specialmente importante quando si va a lavorare sulla tridimensionalità del movimento.
Come forse sappiamo, la danza è complicata: i danzatori e le danzatrici hanno già troppo a cui pensare, quindi bisogna “semplificare” la comprensione della tridimensionalità del movimento e rendere i movimenti e le legazioni riproducibili ovunque nello spazio (scenico e non).
Quindi, una volta chiarito un sistema di orientamento spaziale, si potranno insegnare gli orientamenti corpo tramite le pose e gli épaulement (en face, croisé, éffaccé e écarté) di cui scriverò in seguito.
Per i bambini e i principianti è utilissimo imparare a fare riferimento alla sala, ma piano piano bisogna imparare ad “usarsi” come bussola per orientarsi nello spazio. Allo stesso tempo, per i livelli avanzati ed i professionisti risulta uno strumento quasi universale per capirsi e spiegarsi tra danzanti provenienti da diversi paesi del mondo. Attualmente, il sistema di “punti”, quindi il “quadrato”, codificato da Vaganova, è uno dei più insegnati al mondo sin dalla tenera età, perché risulta davvero semplice ed efficace nel fornire uno strumento di orientamento spaziale del proprio corpo e dello spazio scenico.
Per concludere il “quadrato Vaganova” è universalmente conosciuto, semplice, intuitivo ed è uno dei tanti strumenti che il corpo (la testa) danzante deve conoscere e saper usare per orientarsi al meglio nello spazio.







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